Psicoterapia rogersiana

Psicoterapia rogersiana centrata sulla persona (Carl Rogers)


L’intervento di psicoterapia va inquadrato nel “clima facilitante” caldo e sicuro della relazione. La terapia è vista come una possibilità esistenziale, spesso unica nella vita, di una persona che deve permettere di effettuare il processo di autoconoscenza e autorealizzazione in condizioni ottimali di sicurezza e libertà. Il clima facilitante sta probabilmente alla base di ciò che potremmo chiamare esperienza emozionale correttiva, in cui la persona impara ad applicare a se stesso la stessa positiva attenzione che il terapeuta ha nei suoi confronti. Tre elementi, nel terapeuta, determinano l’efficacia dell’intervento: l’accettazione positiva incondizionata, l’empatia e la congruenza.

La prima condizione è l’opposto dell’atteggiamento condizionato presumibilmente applicato dai genitori. Necessaria per lasciare all’individuo la libertà di scelta che lo conferma persona; si tratta dell’unica vera garanzia di un cambiamento stabile e fondato perché legato all’unicità dell’esperienza.

La seconda condizione è la comprensione empatica: sentire il mondo personale della persona “come se” fosse nostro, senza però mai giungere alla totale identificazione ed essere capace di rimandarlo a livello verbale. Da un lato, fa sì che la persona si senta compresa fino in fondo, dall’altro, contribuisce al primario obiettivo di aumento della congruenza.

La terza ed ultima condizione, la congruenza, prevede che «il terapeuta sia, nell’ambito della relazione, autentico e ben integrato. Nella relazione, cioè, il terapeuta è liberamente e profondamente se stesso e la sua esperienza reale è fedelmente rappresentata nella coscienza. Non assume perciò in nessun caso atteggiamenti di circostanza» (Rogers e Kinget, 1965).

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