L’ARTE DI ESSERE INVISIBILI AGLI ALTRI

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L’ARTE DI ESSERE INVISIBILI AGLI ALTRI


Ti trovi in situazioni in cui comprendi chi c’è e chi non c’è. 

Situazioni in cui ti accorgi che hai dato per scontato delle presenze che, in realtà, sono una grande assenza. Pochi sguardi che decidono di agire e, tutti gli altri, fanno finta di niente, nascosti dietro a un dito.

Ti sorridono, ti incitano, sembrano dalla tua parte, sembrano davvero credere in te e in ciò che fai.

Arrivano complimenti, stupore, promesse e frasi del tipo “ce ne fossero di cose così”. Un condizionale che nasconde malissimo la parola “condanna”, la condanna della invisibilità. Ecco il nulla, proprio lì, subito a braccetto con quei sorrisi e quei pollici in su.

Potrei trovare doloroso, quel momento in cui realizzo che ho vissuto in un’illusione, dove la presenza era solo una maschera di convenienza. Mi rendo conto di quanto tempo ho investito in legami che, in fondo, non esistevano davvero. Nemmeno gli estranei o i conoscenti potrebbero fare di peggio. Le frasi implicite sono “Che due balle, non rompere, non sei nessuno, ho da fare, ti arrangi”.

È come essere in mezzo a un incendio mentre tutti passeggiano ignari. La nuova tendenza, la conosciamo, no?

Le persone che mi circondano, non sempre riflettono chi sono, ma possono essere lo specchio delle mie paure, delle mie insicurezze, della bruttezza dell’effetto menefreghismo. Fare finta di nulla, è un altro chiodo nella bara della mia autenticità. 

Così mi rivolgo a voi: quando dite sì, quando dite certo, quando dite assolutamente ci mancherebbe, provate a pensare: “sto mentendo? Sto cercando di fare bella figura? Sto facendo buon viso a cattivo gioco? Sto cercando di essere cortese? Non posso dire no perché mi sento in colpa?” Almeno siate sinceri con voi stessi. Dopodiché, rivoltate la situazione su di voi. Fa male, vero? Rimanete pure comodi. L’egoismo aiuta. 

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